Un piacere che va oltre il nutrimento

Un piacere che va oltre il nutrimento

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Liberamente tratto da INFERNI FAMILIARI, di Antonella Lia, Nulla Die http://nulladie.com/catalogo/130-antonellia-lia-inferni-familiari-9788869150302.html

Un neonato che succhia è il ritratto della beatitudine.

Fin dalla quattordicesima settimana di gestazione, il piccolo che ha appena cominciato ad acquistare le sembianze umane, si addormenta nell’utero succhiandosi il pollice. Il riflesso di suzione in funzione non alimentare, è un istinto conservativo finalizzato alla sopravvivenza: prepara il bambino alla nutrizione.

Già nel 1879 il pediatra ungherese Lindner[1] evidenziava che il succhiare appaga il bambino al di là della gratificazione che comporta l’assunzione del latte materno. Secondo Lindner il lattante si dedica con energia alla suzione, non solo per placare la fame, ma per un desiderio che permane anche dopo la sazietà: la beatitudine che appare sul suo viso quando, completamente in estasi si addormenta, avrebbe tutte le caratteristiche del soddisfacimento sessuale.

Anche Abraham[2] ravvisa nella suzione del lattante e nel suo appagamento finale, un uso “erotico” della bocca che talvolta permane in età adulta.

“La fonte di questo piacere sarebbe legata ai recettori della mucosa orale. Ma anche la sensazione di riempimento del cavo orale con stimolazione tattile, meccanica, termica e gustativa è una sua componente fondamentale. Da segnalare è inoltre la componente di piacere del ritmo motorio del cavo orale (…)”[3]

Il piacere intrinseco del succhiare deriva dal ritmo motorio del cavo orale. Mentre succhia, il lattante tende ad afferrare una parte del proprio corpo e a tirarla con la stessa cadenza della suzione: tutto il suo corpo è coinvolto in tale attività ritmica. Si può anche osservare che mentre si succhia il pollice, il bambino con l’altra mano si tira ritmicamente il lobo dell’orecchio.

Durante la suzione l’articolato gioco muscolare della cavità orale e il relativo feedback del seno materno hanno la funzione di facilitare il passaggio del latte: tra bocca e capezzolo esiste uno scambio, una reciprocità: “(…) il processo di suzione è un atto interattivo in cui il ritmo turgore-detumescenza del capezzolo materno (…) ha un ruolo tutt’altro che secondario.”[4]

E’ una sequenza ritmica che ricorda il bacio…

L’immagine è l’elaborazione di particolare del dipinto di Gustav Klimt, “Le tre età della donna”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 


[1] Lindner è citato da Freud in Tre saggi sulla teoria sessuale, opera del 1905. Cfr. Sigmund Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, Bollati Boringhieri, Torino, 1977

[2] Cfr. Karl Abraham, Opere Vol. 1, Bollati Boringhieri, Torino, 1997

[3] Vezio Ruggieri, Semeiotica dei processi psicofisiologici e psicosomatici, Il Pensiero Scientifico, Roma, 1987 (p. 109)

[4] ibidem (p. 109)

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