La Mammadraga
Da “ABITARE LA MENZOGNA” “ABITARE LA MENZOGNA” http://www.stampalternativa.it/libri/978-88-6222-339-3/antonella-lia/abitare-la-menzogna.html
“Di fuori, il palazzo della Mammadraga era bellissimo; dentro però una spelonca, con le pareti e le volte tutte affumicate, e un puzzo di carne bruciacchiata che ammorbava…”.
Prendendo a prestito l’immagine attraente e pure subito paurosa di un racconto di Luigi Capuana, Antonella Lia ci introduce ad “Abitare la menzogna”, con una fiaba. Di quelle che conducono lungo i sentieri anche bui della vita, e che della vita svelano tranelli e mostruosità, indicando così la via per affrontarli… Purché si cerchi di imparare a guardarli bene in faccia, e non costruire la montagna di bugie sotto le quali sotterrare le cose brutte, le cose dolorose, i ricordi che sanguinano…
Questo il patto che viene proposto a chi legge, mettendo subito a fuoco il soggetto intorno al quale l’autrice tesse la sua narrazione, l’infanzia infelice. Il dolore dei bambini, i traumi di cui sono vittime che noi non vogliamo vedere, preferendo accogliere la retorica della famiglia perfetta, che così bene sa nascondere e soffocare paura e rabbia. Scatenando poi patologie e mostruosità. (Francesca de Carolis 04/03/2014 http://www.laltrariva.net/?p=953)
Il palazzo della Mammadraga, magnifico visto da fuori, è la casa della menzogna, covo di orrori e nefandezze. Il puzzo di bruciato che ammorba l’interno, esala dalla tenera carne dei bambini, pronti per essere mangiati.
Non c’è bisogno di divorare veramente i figli, esistono infiniti modi di sbranarli, “per appropriarsi dell’amore, della sensibilità, delle risorse, della vita dei bambini, per ridurli a oggetti passivi di cui approfittare.” (C. Foti, “Dalla parte dei bambini”).
I genitori maltrattanti, quelli che in preda alla rabbia appaiono invasati, così come quelli “rapaci” che si impadroniscono dell’esistenza dei figli, possono celarsi nel quotidiano tra la gente stimata e degna di fiducia. Sono persone “normali” che adoperano modalità persecutorie e predatorie non sempre manifeste e pertanto più subdole.
In tutti i settori dell’umana esistenza, più elevata è la classe sociale, maggiori sono le capacità e gli strumenti di occultamento dei misfatti…
Le sofferenze provate nell’infanzia continuano a causare danni nell’intera esistenza: il bambino crescendo sovente dimentica, ma il malessere, il disagio e una confusa sensazione di “non contare niente” possono durare tutta la vita.
“ABITARE LA MENZOGNA” di Antonella Lia, Stampa Alternativa. (Nel corso del testo e in bibliografia, tutte le dovute citazioni).
Fonte dell’immagine: Baba Yaga (particolare) di Ian Llanas in DeviantArt
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