Il fantasma della “madre”

Il fantasma della “madre”

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Prima di venire al mondo, il bambino ha vissuto nel grembo materno… cullato al ritmo del respiro… nutrito da linfe vitali… accolto nel tepore umido dell’amnios.

Dopo la violenza della nascita, sulla beatitudine trascorsa scende per sempre l’oblio, ma la nostalgia inconsapevole di quella “pienezza” segue ovunque il figlio, iscritta nella memoria corporea, rivissuta nel sogno… è un “deja vu” che lo tormenta.

È il fantasma della “madre-benessere”… no, non di quella reale che lo ha deluso e continua a deluderlo… di quella immaginaria, che risponde ad ogni bisogno, sempre.

Quando la madre gioca col suo piccolo, fingendo di “mangiarlo di baci”, il bambino ride eccitato. Forse, nel profondo prova il desiderio di essere divorato per ritornare nel paradiso perduto del suo corpo.[1]

Per tutta la vita, ne ricerca la presenza ovunque, talvolta persino nel partner.

Come può sopravvivere una mamma umana al confronto?

In un mondo in cui le Madri sono monumenti, ogni madre è destinata a fallire.

È vero… il bambino pretende troppo… le sottrae tutto il suo tempo, reclama tutte le sue cure, tutta la sua attenzione… tutto il suo amore.

Talvolta quella il figlio che ha creduto sua madre non è colei che l’ha messo al mondo. E che succede quando lui lo scopre?

Può riattivarsi il fantasma della “madre-dolcezza”… con la disperazione di essere stato respinto, rifiutato…

Non ne ero degno? Perché mi ha abbandonato? Non potevi tenermi o non mi hai voluto?

È un lutto insanabile… niente e nessuno potrà rimarginarlo.

Nella vita reale, dall’altro capo della relazione c’è la madre adottiva, quella che disperatamente ha ricercato un bambino… Se vive la propria sterilità, come se fosse l’aridità di un grembo monco, si sentirà ferita.  La ricerca nel figlio delle proprie radici potrà essere intesa da lei come un affronto.

E nella relazione ci sarà un prezzo troppo alto da saldare, un inconsapevole indennizzo. Sarà la madre adottiva a pagare per l’abbandono compiuto dall’altra… il bambino la metterà sempre alla prova. Ma il figlio dovrà risarcire colei che l’ha accolto, del rimpianto, la disperazione e la ricerca delle proprie origini…

L’argomento è ampiamente trattato nei miei libri:

ABITARE LA MENZOGNA (Stampa Alternativa)  http://www.stampalternativa.it/libri/978-88-6222-339-3/antonella-lia/abitare-la-menzogna.html

INFERNI FAMILIARI (Nulla Die)      http://nulladie.com/catalogo/130-antonellia-lia-inferni-familiari-9788869150302.html

Fonte dell’immagine: today.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA


[1] . Bertram D. Lewin, Psicoanalisi dell’euforia, Guaraldi, Rimini, 1971.

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