Anche il serial killer ha tanto amore da dare.

Anche il serial killer ha tanto amore da dare.

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Sul tema di ABITARE LA MENZOGNA (http://www.stampalternativa.it/libri/978-88-6222-339-3/antonella-lia/abitare-la-menzogna.html).

Un uomo invia una lettera al Gazzettino di Padova in cui chiede di occuparsi di un bambino: “Ho 60 anni e ho tantissimo amore da dare e possibilmente desidererei che questo potesse essere ricambiato (…) Vorrei fare da nonno ad un bambino bisognoso, anche disabile”.

Peccato che quest’uomo sia il serial killer più efferato nello scenario del crimine nell’Italia del XX secolo… Donato Bilancia, reo confesso di 17 omicidi, condannato a tanti di quegli ergastoli, che dovrebbe vivere 13 esistenze per scontarli tutti.

È un assassino insolito Bilancia: non ha preferenze per le vittime, né motivazioni sessuali. È il caso a scegliere per lui la vendetta.

Di cosa mai si è vendicato?

Per anni ha coltivato rabbia e rancore nei confronti dei genitori, emozioni che non ha potuto esprimere e che ha accumulato dentro di se fino ad esplodere.

Sistematicamente maltrattato da un padre feroce, il piccolo Donato è stato vittima di inaudite violenze fisiche e psicologiche. Come quando veniva svergognato davanti agli altri per l’enuresi notturna resistente, con l’esposizione delle lenzuola e del materasso bagnati. Oppure quando la madre lo sottoponeva ad esperienze di grande frustrazione, denudandolo di fronte alle cuginette adolescenti, per mostrare loro come è fatto un pene.

“Di entrambe queste evenienze – sostiene Vittorino Andreoli nella valutazione clinica – Bilancia ha avuto un vissuto talmente negativo da provare ancora adesso un senso di vergogna nel ricordarle.”

Nella stessa perizia emerge: “(…) Una grande sensibilità nei confronti dei bambini, di fronte ai quali subisce una sorta di metamorfosi: se è in procinto di compiere gesti violenti, si interrompe come d’incanto. (…) Un senso di inferiorità nei confronti di tutti (…) la generosità ostentata, la voglia di fare regali, di mostrarsi buono con tutti. Come se dovesse pagare un prezzo per essere accettato o addirittura per vivere” [Vittorino Andreoli, Il lato oscuro, Rizzoli, Milano (pp. 130 – 131].  Anche Bilancia è soggetto all’eccessivo bisogno di approvazione. Colpisce osservare come sia la fragilità dei bambini a fermare la sua violenza.

Oggi è disposto a fare il nonno in condizioni oggettivamente molto particolari, quelle del carcere, e sostiene: “La mia coscienza è costantemente tormentata dal rimorso”.

Come mai, dopo decenni di carcere, con la prospettiva di finire lì la sua esistenza, Bilancia ha tanto amore da dare?

Non può trattarsi solo di problemi legati alla coscienza, né della voglia di trovare persone disposte a conoscerlo con cui “confessarsi”. Dietro questo suo desiderio destinato a rimanere inappagato, c’è forse il bisogno di occuparsi di una creatura sfortunata per risarcire se stesso, bambino maltrattato, mortificato, messo alla gogna… ma non basta.

Donato Bilancia vorrebbe poter dare amore, per trovare finalmente un senso nella sua strana esistenza…

E l’amore è sempre fine a se stesso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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