Il movente va ricercato nell’infanzia

Il movente va ricercato nell’infanzia

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Se lo scrittore dalla fantasia più fertile, avesse architettato una storia simile a quella dell’omicidio della piccola Yara, nessuna casa editrice l’avrebbe pubblicata. Cos’è mai questo incredibile racconto con tutti ‘sti colpi di scena? – si sarebbe chiesto l’editore – È un romanzo giallo, un feuilleton, una fiction assurda, o una saga familiare? No – avrebbe concluso – non lo pubblico, troppi eventi che si intrecciano e si accavallano… troppo complicato da seguire! Sarebbe un fiasco!

Intanto c’è un uomo accusato dell’omicidio. È per la Legge, innocente fino al III grado di giudizio, ma nel frattempo la stampa ha sbranato la sua famiglia, svelandone i segreti. Comunque si concluderà la vicenda, un’apocalisse si è abbattuta sulla sua esistenza, sconvolgendo per sempre la vita dei suoi figli.

È talmente intricata la storia dell’omicidio della piccola Yara, che se non fosse una tragedia, potrebbe tenere con il fiato sospeso come un triller.

Qual è l’ultima svolta nello sviluppo della trama?

La bella moglie del presunto colpevole avrebbe avuto degli amanti. E secondo qualche giornalista, sarebbe questo il movente del delitto: è da attribuire alla donna la responsabilità dell’omicidio…

E se provassimo a capovolgere la proposizione? Se il matrimonio del presunto colpevole fosse tutta una finzione? Se il marito-bambino, spaventato dalle esigenze della moglie adulta, l’avesse trascurata? Se la donna avesse ricercato altrove un po’ di attenzione?

Sono solo delle ipotesi… ma se tutto (tradimenti ed  omicidio) avesse un’altra causa, se fosse conseguenza di qualcosa di più remoto?

Per vendicarsi, un marito tradito può cercare donne adulte… non si trasforma nel predatore sessuale di un’adolescente, se non lo è già in potenza.

In questo omicidio non ci può essere movente… il contesto predisponente va ricercato nella personalità del criminale (chiunque egli sia). Ed è nella sua storia infantile che vanno scovati i motivi profondi.

Non sarò certo io a fare una perizia al presunto assassino, ma mi faccio alcune domande.

Cosa prova un ragazzino quando sospetta che la sua famigliola viva nella menzogna?

Quando fino a tardi non può salire a casa sua perché la bella madre (è scritto negli atti) riceve alcuni “signori”?

Quanta rabbia si scatena in lui nei confronti della figura femminile adulta?

Siamo sempre nel tema di “Abitare la menzogna”  http://www.stampalternativa.it/libri/978-88-6222-339-3/antonella-lia/abitare-la-menzogna.html

Immagine tratta dal web.

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