Il bisogno di approvazione, un capestro che nasce nell’infanzia
Sul tema di “ABITARE LA MENZOGNA” di Antonella Lia, Stampa Alternativa
http://www.stampalternativa.it/libri/978-88-6222-339-3/antonella-lia/abitare-la-menzogna.html
Uno dei peggiori capestri che pende sulle nostre teste è il bisogno eccessivo di essere approvati, anche in contesti nei quali il giudizio altrui non dovrebbe condizionarci. È una dipendenza talvolta patologica che ci rende vulnerabili, consegnandoci nelle mani dei manipolatori.
Chi ne soffre, se non riceve conferme, lodi e lusinghe, perde il senso di auto-efficacia e talvolta sente il suo agire svuotato di ogni significato.
Giudizio e approvazione sono funzioni essenziali del percorso formativo di una persona, ma talvolta permangono per l’intera sua esistenza, strutturandosi in un vero bisogno. Il soggetto si sente eternamente sotto esame.
Ma qual è la genesi del bisogno eccessivo di approvazione? E in quale contesto nasce?
La dipendenza dal giudizio altrui non si origina in ambito scolastico, come si potrebbe pensare… bisogna indagare molto più lontano nel tempo.
Quando sente di essere accettato proprio per “come egli è”, il bambino cresce sicuro dell’amore dei suoi genitori.
Ma talvolta sente di essere amato “a condizione” che sia buono, educato, mangi tutta la pappa, obbedisca… ed in seguito “a condizione” che sia bravo a scuola, non dia problemi, non faccia “brutte figure” e così via… Comprende ben presto di essere amato, solo se lo merita.
È questo “amore condizionato” del genitore – che tutto è fuorché amore – ad innescare nel bambino il bisogno di approvazione e a ledere la sua autostima.
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4 Comments
Grazie dottoressa per questa conoscenza che condividi con noi! Sei una grande profssionista
maggio 12, 2015
In grande grazie per questo interessante articolo!
maggio 12, 2015
Mostri di cui, per fortuna e per merito, da adulti ci si può tranquillamente liberare solo dedicandocisi, però
Grazie! Condivido volentieri!
luglio 23, 2015
Grazie a te, Ilaria Cusano, dell’attenzione al mio blog. Continua a seguirmi, se vuoi.
maggio 19, 2016