Schernire un figlio

Schernire un figlio

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Liberamente tratto da ABITARE LA MENZOGNA di Antonella Lia (Stampa Alternativa)

http://www.stampalternativa.it/libri/978-88-6222-339-3/antonella-lia/abitare-la-menzogna.html

Volete annientare un figlio?

Genitori, basta schernirlo e umiliarlo pubblicamente.

Poiché non potete ammazzarlo fisicamente, basta organizzare… “un omicidio psichico:  fare in modo che il bambino non sia niente. Ritroviamo qui una costante: niente tracce, niente sangue, niente cadavere. Il morto è vivo e tutto è normale.” [Bernard Lempert, 1989].

Lo scherno non lo ammazza, ma ne uccide lo spirito.

È una forma estrema di mancanza di rispetto e di annientamento della sua ‘anima’, una violenza che devasta quasi quanto le percosse.

Ogni pretesto può essere buono per attuare questo tipo sottile e perverso di persecuzione.

Le conseguenze immediate sono perdita completa di autostima, senso profondo di annientamento ed esclusione, paura paralizzante del giudizio altrui, enorme umiliazione, vergogna abissale.

Facendo inoltre, propria l’immagine di sé disprezzata dal genitore, il figlio in seguito è indotto a svalutarsi fino a scegliere per la sua vita solo percorsi che gli possano garantire insuccesso.

Infine, se non avrà la possibilità di rielaborare in modo cosciente il disprezzo di cui è stato vittima nell’infanzia e le emozioni associate, continuerà, suo malgrado, a riprodurlo e a trasmetterlo ai propri figli.

Già agli inizi del XX secolo, Alfred Adler evidenziava la nocività di tale atteggiamento: “Il profondo senso d’inferiorità che viene alimentato nei bambini può aggravarsi ulteriormente per certi atteggiamenti singolari della nostra vita. Per esempio, l’abitudine di non prendere sul serio il bambino, di significargli che non è nessuno, che non ha nessun diritto, che deve sempre tenersi riservato davanti agli anziani, che deve starsene sempre zitto, e via dicendo. (…) Innumerevoli bambini crescono inoltre in un costante senso di paura di essere derisi in tutto ciò che intraprendono. Il vizio di canzonare i bambini è del tutto incompatibile con il loro sviluppo. La paura in tali uomini di venir canzonati perdura visibilmente fino alla loro più tarda età e spesso succede che non possono liberarsene neppure da adulti. Molto nociva è anche la tendenza a non prendere sul serio i bambini, così da dire ad essi delle falsità, così che finiscono per dubitare della serietà del loro ambiente e anche della vita.”

Il bambino è una persona e come tale ha diritto al rispetto. Sembra un enunciato inutile nella sua banalità, ma val la pena di soffermarsi con attenzione e chiedersi: “I nostri bambini godono davvero del rispetto a cui hanno diritto?”

L’immagine è tratta dal web. Nel corso del testo e in bibliografia, tutte le dovute citazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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