“L’Anima prigioniera. Memorie di un’afasica” di Olimpia Casarino
Perché un’anima è prigioniera?
È l’interrogativo che ci pone il romanzo di Olimpia Casarino, la biografia di Pia, una giovane ricercatrice universitaria. Un ictus improvviso le blocca parola e movimento in una fase particolare della sua vita affettiva e professionale… una dolorosa separazione coniugale e l’imminenza delle prove per l’inserimento nei ruoli universitari.
La malattia che fa da spartiacque tra un “prima” e un “dopo”, è vissuta come una forma di prigionia, l’impossibilità di comunicare col mondo esterno.
Nel corso della lunga degenza, pensieri segreti riemergono nella mente di Pia. Al di là delle angosce per un futuro incerto e per la separazione dal suo bambino, si fa strada la consapevolezza di un male di vivere che affonda nel passato. Riaffiorano una serie di flash di un’infanzia negata, un’adolescenza inquieta… immagini dolorose che riemergono grazie al suo male, una malattia “dell’anima”…
Olimpia Casarino, che è stata ricercatrice di Storia sociale e di Storia delle donne, ha all’attivo diverse pubblicazioni scientifiche. “L’anima prigioniera” nasce dal suo bisogno di comunicare una toccante esperienza di vita. Fra l’altro, la Casarino è stata, presidente della Sezione campana dell’A.IT.A Onlus (Associazione Italiana Afasici). Attualmente opera nel campo della medicina olistica e dell’assistenza di persone con disabilità.
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