Il legame di attaccamento

Il legame di attaccamento

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Liberamente tratto da Inferni Familiari, di Antonella Lia, Nulla Die    http://nulladie.com/catalogo/130-antonellia-lia-inferni-familiari-9788869150302.html

Ancora una madre assassina… come è possibile?

Cosa può essere scattato nella sua mente?

È più semplice di quanto possa sembrare… la donna ha dato alla luce il figlio senza sentire con lui un legame. Si tratta dell’attaccamento, un sistema complesso di comportamenti selezionati dall’evoluzione naturale che consente ad ogni madre di occuparsi del bambino anteponendo i suoi bisogni ai propri… e, senza che sia un sacrificio, di prendersi cura del piccolo a scapito del proprio tempo, del proprio spazio, della vita di coppia, del proprio lavoro, del legittimo riposo.

Senza il legame di attaccamento, il figlio è solo un onere per la madre, un fastidio, un intralcio… qualcuno che la incatena alle sue responsabilità , usurpando il suo corpo e tutta la sua esistenza, insediandosi indesiderato persino nel suo letto.

Come mai non si è stabilito l’indispensabile legame di attaccamento al bambino?

È nel passato infantile di questa donna che possiamo trovare la risposta… nel suo rapporto con la propria madre. Probabilmente, a causa di carenze affettive, le sue emozioni sono rimaste ‘congelate’ all’infanzia. È cresciuta su tutti gli altri piani del Sé – posturale, fisiologico, cognitivo – non su quello emotivo. Qualunque sia la sua età anagrafica.

Spesso dall’esterno questa madre inganna: è molto attenta alla “rappresentazione” della sua maternità ed ama rifugiarsi dietro un’immagine di perfezione. Ma a un occhio attento non sfuggono gesti troppo meccanici nell’accudire il piccolo… il bambino sembra un oggetto da esibire agli altri.

L’irreparabile (l’infanticidio) può accadere quando questa donna-bambina sente il peso dei suoi doveri adulti di madre e, proprio come una bambina, distrugge il “figlio-giocattolo”.

Nel presente, queste consapevolezze non servono a giustificare la madre assassina, ed è tardi per allertare i suoi genitori, così come è inutile condannarli.

Ma, meditate madri… meditate.

Nel corso del testo e in bibliografia, tutte le dovute citazioni.

Fonte dell’immagine: Botero, “Maternità”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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