Il disamore: quando la famiglia è un inferno

Il disamore: quando la famiglia è un inferno

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Da ABITARE LA MENZOGNA di Antonella Lia (Stampa Alternativa)  http://www.stampalternativa.it/libri/978-88-6222-339-3/antonella-lia/abitare-la-menzogna.html

Nella casa del “disamore” il figlio è punito solo per il fatto di esistere. C’è sempre una giustificazione al maltrattamento del bambino, ma ad accendere la miccia è la sua stessa esistenza.

Basta ascoltare le parole connotanti l’odio della madre che lo percuote: Ti uccido! Ti distruggo! Ti levo dal mondo! Maledetto il momento che sei nato! Oppure guardare quel viso trasformato in una terrificante maschera d’odio, i lampi di ostilità violenta nello sguardo, la bocca resa una fessura dal disprezzo.

Un figlio che ne è testimone teme davvero che la madre possa distruggerlo! E sua madre, a livello profondo, presume di averne il diritto.

L’infernale strategia del “disamore” non è una semplice mancanza di amore, è un sistema distruttivo che ha l’obiettivo di piegare il bambino, ma nel profondo, di annientarlo.

È un furore continuo e sistematico dovuto ad un malcontento che ha origine altrove nella vita del genitore, ma con un perverso uso ideologico, è attribuito  al figlio causa di tutti i guai dell’esistenza.

Per lui la famiglia predispone con accanimento una violenza costante, pronta ad esplodere per un nonnulla. Su di lui scarica tutte le frustrazioni: a dover pagare è sempre e soltanto lui.

Il bambino non soltanto subisce la violenza, ma la interiorizza, al punto da mettere in atto comportamenti autodistruttivi. “Quando la tirannia è domestica e la disperazione individuale, la morte raggiunge i suoi fini: la sensazione di non esistere. Poiché la società non tollera che si uccida fisicamente il bambino e poiché c’è bisogno di una copertura legale, si organizza un omicidio psichico: fare in modo che il bambino non sia niente. Si ritrova qui una costante: niente tracce, niente sangue, niente cadavere. Il morto è vivo e tutto è normale.”

Immagine scaricata dal web. Nel corso del testo e in bibliografia, tutte le dovute citazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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