Come si diventa narcisisti

Come si diventa narcisisti

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Liberamente tratto da a ABITARE LA MENZOGNA di Antonella Lia (Stampa Alternativa)  http://www.stampalternativa.it/libri/978-88-6222-339-3/antonella-lia/abitare-la-menzogna.html

Chi è mai il narcisista? E qual è il processo di patogenesi di tale disturbo?
La psicoanalista Alice Miller evidenzia come la violenza educativa provochi gravi conseguenze all’equilibrio psichico infantile che può rimanerne segnato per l’intera esistenza. La paura, il dolore e l’umiliazione fanno percepire al bambino il genitore come “cattivo”, ma in famiglia gli si fa credere che le percosse subite siano giuste ed elargite “per il suo bene”.  Il conflitto può essere superato solo attraverso la rimozione dei sentimenti provati. Talvolta può conseguirne, come difesa, una “cecità” emotiva ovvero l’incapacità di provare affetto, empatia o rimorso,  è una caratteristica presente nel narcisismo.
Perduti sentimenti, emozioni e bisogni, il soggetto li sostituisce con un’immagine illusoria di sé e pone la propria realtà umana e quindi imperfetta, al servizio dell’apparenza: si è instaurato in lui un disturbo narcisistico.
È questo il rischio che corrono i bambini maltrattati, scherniti, profondamente umiliati, oppure fatti oggetto di seduzione… possono diventare adulti narcisisti. “Tutti i miei pazienti narcisisti sono passati attraverso l’esperienza di essere profondamente umiliati durante l’infanzia dai genitori che usavano il potere come mezzo di controllo. (…) In molti casi la punizione oltrepassava di tanto la natura dell’offesa che non posso che considerarla una dimostrazione di potere: ‘Ti insegnerò a contrastarmi in futuro’.” (A. Lowen)
Nella famiglia fondata sul principio di disuguaglianza, non c’è posto per l’amore, è in gioco il potere: quello del genitore che vuole il controllo totale del figlio, che intende piegarlo “per principio”, non perché sia giusto.
Soggetto a tale potere arbitrario, il bambino deve necessariamente sottomettersi, a spese del proprio Sé. In preda all’umiliazione di sentirsi debole e impotente, potrà covare un odio profondo, desiderando più di ogni altra cosa possedere a sua volta potere ed adoperarlo in forma arbitraria sugli altri.
Pertanto quella del genitore è la “vittoria di Pirro”: non pone fine al conflitto e la vendetta il figlio non si farà attendere. La lotta è senza esclusione di colpi: come è stato costretto ad ubbidire “per principio”, così il figlio trasgredirà “per principio”, con eccessi, come violenza tra coetanei, velocità in auto o in moto, sesso non protetto, uso di alcol e stupefacenti e altro, altro ancora…
Nel corso del testo e in bibliografia, tutte le dovute citazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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